Niccolò Paganini
Niccolò Paganini resta il più straordinario violinista della storia della musica. Leggendaria la sua capacità esecutiva ed espressiva, geniale e innovativa la sua composizione, immenso il suo talento. Chiamato il “violinista del diavolo”, tutt’altro che bello (magro, allampanato), veste sempre di nero e ha gli occhiali con lenti blu. Quando suona si agita, si contorce, dando vita ad una musica che finisce per “possedere” chi ha la fortuna di assistere ad una sua esecuzione. Spazia dalla più profonda sensibilità alla violenza estrema che gli fa rompere tutte le corde del suo violino, un Guarnieri del Gesù – per rimanere con l’ultima, quella di sol, su cui continua ad improvvisare.
Un vero divo del suo tempo. Affascina donne illustri – da Elisa e Paolina Bonaparte, le sorelle di Napoleone a Mary Shelley – ma convince entusiasticamente anche i grandi musicisti dell’epoca (Rossini, Berlioz, Beethoven, Listz, Chopin Schubert)
“Ho pianto solo due volte in vita mia: quando un tacchino farcito di tartufi mi cadde nell'acqua e quando sentii suonare Paganini” disse Rossini.
“Paganini non ripete”: l'artista pronuncia questa frase solo una volta nella vita, alla presenza di re Carlo di Savoia che gli aveva chiesto un bis. L'unicità e l'irripetibilità delle sue esecuzioni era dovuta al fatto che la maggior parte delle volte Paganini improvvisava.
Diverse evidenze storiche dimostrano che Paganini può contare su una mobilità delle sue articolazioni del tutto fuori dal comune: chi lo vede suonare scrive che le sue lunghe mani riescono a coprire senza difficoltà tre ottave e il suo pollice può flettersi fino ad arrivare a toccare il dorso della mano. In epoca successiva questa caratteristica, così come la sua costituzione fisica “sottile e dinoccolata”, sono state attribuite alla eccezionale lassità legamentosa.
Nello spettacolo In fila per 6 col resto di 2 avete ascoltato di Niccolò Paganini - Capriccio n°24 per violino, qui arrangiato per quintetto d'archi.
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Forse non tutti sanno che la Circoscrizione 6 ospita ben 42 vie e piazze intitolate a grandi musicisti, compositori e direttori d’orchestra italiani, dando origine a un contesto toponomastico molto particolare.
Se poi vogliamo davvero procedere a con un progetto non discriminante verso i grandi musicisti, bisogna fare due passi in più verso il centro fino a Via Giuseppe Verdi e Via Gioacchino Rossini...essendo state star dell’Opera Lirica internazionale rischiamo che si offendano seriamente.
In questi anni scopriremo insieme i 44 grandi musicisti che danno vita a un borgo speciale di Torino, sono tutti vicini di casa!
Iniziamo con Antonio Vivaldi, Amilcare Ponchielli, Niccolò Paganini, Ruggero Leoncavallo, Alessandro Scarlatti, Giacomo Puccini.
Il progetto è realizzato grazie alla Città di Torino.


