Due scatole che rivelano una giovane donna inappagata dalla superficialità della vita, tesa a cercare la verità nelle cose come nelle persone.
- Marilyn Monroe
Un racconto di Lucia Margherita Marino
ESTEMPORANEA Ensemble
Massimo Bairo | violino
Luciano Meola | clarinetto
Tamara Bairo | viola
Fortunato D’Ascola | contrabbasso
Sara Musso | pianoforte
Norma Jean Mortenson era nata sotto il segno dei gemelli e in effetti si descriveva in termini dualistici, due persone in una. Da un lato la donna intelligente, malinconica e sensibile, dall’altra l'immagine spensierata e radiosa. Mentre era in vita, le case di produzione spinsero i mass media a far sembrare Marilyn Monroe quasi un'oca bionda: qualsiasi aspetto stridesse con questa immagine artefatta non era ben accetto. Al mito non era permesso avere un'altra faccia.
Eppure, come una medaglia, l'icona aveva davvero due facce: quella solare luminosa della bionda spumeggiante e quella cupa della perfezionista ossessiva, cresciuta in orfanotrofio, per la quale la vita generava continue delusioni. Nel 2007, 45 anni dopo la sua morte, facendo ordine, vennero ritrovate due scatole di poesie, appunti, lettere, pensieri e frammenti manoscritti di Marilyn.
Due scatole che rivelano una giovane donna inappagata dalla superficialità della vita, tesa a cercare la verità nelle cose come nelle persone. Ci mostrano un'altra Marilyn. Dentro quel corpo, che in certi momenti della sua vita Marilyn portò come si porta una valigia pesante, viveva l'anima di un intellettuale e di un poeta.